"Moreover, you scorned our people, and compared the Albanese to sheep, and according to your custom think of us with insults. Nor have you shown yourself to have any knowledge of my race. Our elders were Epirotes, where this Pirro came from, whose force could scarcely support the Romans. This Pirro, who Taranto and many other places of Italy held back with armies. I do not have to speak for the Epiroti. They are very much stronger men than your Tarantini, a species of wet men who are born only to fish. If you want to say that Albania is part of Macedonia I would concede that a lot more of our ancestors were nobles who went as far as India under Alexander the Great and defeated all those peoples with incredible difficulty. From those men come these who you called sheep. But the nature of things is not changed. Why do your men run away in the faces of sheep?"
Letter from Skanderbeg to the Prince of Taranto ▬ Skanderbeg, October 31 1460

Le Città Perdute

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#1

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L'epoca è il 1500 a.C.Il luogo è l'isola di Thera nel Mar Egeo,centoquattro chilometri a nord dell'isola di Creta.Sono pochi coloro che l'hanno sentita nominare.
Poichè la citta stato di Venezia controllava l'Egeo e parti della Grecia durante un periodo del medioevo,per alcuni luoghi esistono nomi italiani alternativi.Perciò hera è nota anche con il nome di Santorini.Thera era un'isola rotonda con una montagna nel centro.Nel 1500 a.C. sull'isola c'era una città,molto progredita per l'epoca,ricca,prosperosa,un grande porto commerciale.Aveva rapporti stretti con Creta,che si trovava al culmine della propria civiltà.Creta er la prima civiltà marittima,possedeva la prima marina militare,e aveva città prive di fortificazioni,perchè faceva affidamento sulla sua flotta per difendersi.Presentava edifici elaborati,un popolo colto,e (miracolo dei miracoli)impianti idrulici interni.Creta,con la sua civiltà minoica (derivante da Minosse,l'antico re nella leggenda greca),esisteva da millecinquecento anni,commerciava alla pari con l'Egitto e controllava gran parte dell'entroterra greco.Thera ne condivideva il potere e la prosperità.
Ma esisteva un problema.La montagna che si trovava su Thera non era una montagna normale.Si trattava di un "vulcano spento".Un vulcano spento è un'ottima cosa.Non erutta,e la sua lava secolare rende fertile il terreno.Un vulcano spento è anche una pessima cosa.Talvolta non è completamente "spento".
Un vulcano come il Mauna Loa alle Hawaii è solo moderatamente pericoloso.All'interno presena sfiati aperti,da cui scorre in continuazione la lava e talvolta trabocca dolcemente e lentamente.Ogni tanto può distruggere campi e abitazioni,ma la gente può mettersi in salvo.
In un vulcano spento,il magma si accumula lentamente da sotto,in profondità,ed esercita una lieve pressione contro l'otturazione solidificata da luno tempo che ne blocca l'apertura.Se ha la propria base sul mare,ci può essere uno spiraglio attraverso il quale può penetrare lentamente acqua fredda.Quando questa raggiunge la roccia fusa del magma,evapora,e il vapore contribuisce all'aumento della pressione finchè poi,senza preavviso,l'otturazione di roccia cede,metà della montagna esplode finndo nella stratosfera,e si verifica un'esplosione da far impallidire perfino i moderni esperimenti con le bombe nucleari (naturalmente non calcolando gli effetti della radioattività).
E' quel che è successo a Krakatoa nel 1883,un'isoletta tra Giava e Sumatra.L'esplosione è stata definita il rumore più forte che sia mai stato udito,perchè le onde atmosferiche fecero il giro del mondo;lo tsunami ("onda di maremoto") venne sentito a una distanza di mezzo mondo;e tremila persone furono uccise dall'esplosione,dalla cenere e dall'acqua.
Ma Krakatoa si riduceva a qualcosa di minimo se paragonata all'esplosione di Thera nel 1500 a.C. e poi nuovamente a quella ancora peggiore che avvenne qualche decennio più tardi.Thera fu distrutta in un attimo in quella prima esplosione;la sua civiltà venne annientata;il suo popolo fu ucciso.L'isola stessa fu lacerata in due e il mare ricoprì il luog in cui era esistita.Quel che rimane ora sono alcuni archi,che segnano il bordo dell'isola,e un piccolo monte al centro,dove il vulcano continua a crescere,riformandosi.
La prima esplosione praticamente distrusse la parte occidentale di Creta,ma la seconda investì tutta l'isola.La civiltà cretese venne annientata,e non molto tempo dopo i greci la conquistarono e la occuparono,in modo che non potesse mai più svolgere una parte importante nella storia del mondo.
In effetti l'intero mondo del Mediterraneo orientale venne messo in subbuglio,mentre società stabili crollavano,e pirati invasori,in fuga dalle proprie terre,arraffavano quel che potevano.L'Egitto riuscì a malapena a mantenrsi in sesto,ma non fu più nuovamente una grande potenza fino in epoca medievale.L'impero ittita venne distrutto,e ondate successive di invasori presero il sopravvento in Asia Minore.I filistei e gli israeliti invasero Canaan(una piccola impresa che però venne esaltata nella Bibbia).Ci vollero secoli prima che il mondo civilizzato si sistemasse nuovamente.
Il mondo del 1500 a.C. on era ancora molto colto,e in quell'epoca problematica nessuno scrisse una descrizione accurata di quel che accadde.Almeno non c'era nulla che sopravvisse molto a lungo.
Tuttavia si trattò di un cataclisma troppo grande per non restare nella memoria.Gli egiziani in particolare,devono averlo ricordato a lungo.Quando le cose non vengono scritte in modo autorevole e degno di rispetto,tuttavia,le persone hanno il privilegio di operare distorsioni e abbellimenti e,poichè esse restano sempre uguali in tutte le epoche,ne approfittano in modo spudorato.
Mille anni più tardi i greci,indagatori,assorbirono i racconti che erano stati loro descritti dai sacerdoti egiziani,i quali non si facevano scrupoli di esagerarli per persone che indubbiamente consideravano barbari inopportuni.
E con il passare del tempo,nel quarto secolo a.C. la storia arrivò fino Platone,una delle più grandi menti e dei più grandi scrittori mai visti al mondo.Lui raccontò l'evento,non come una storia realistica,ma come un aneddoto ammonitore e didattico.La narrazione non venne mai completata.
Tutavia risulta chiaramente che lo aveva esagerato,o perchè era stato quello il modo in cui ne era a sua volta venuto a conoscenza,o perchè desiderava renderlo più efficace.Scrisse di un'isola civilizzata che venne distrutta in un giorno e che affondò in fondo al mare,ma non si trattò semplicemente di un'isoletta nel Mar Egeo.Sarebbe stato qualcosa di troppo materiale,e i greci non vi avrebbero creduto.Doveva essere un'isola gradissima,anzi un continente,e doveva essere situato a una distanza romantica,dove dovrebbero trovarsi tutti i miti e le leggende.Per gli antichi greci,al di là delle Colonne d'Ecole (lo Stretto di Gibilterra)nella nebulosa vaghezza dell'Atlantico,esisteva uno scenario di meraviglie.
E Platone chiamò "Atlantide" l'isola affondata.
In qualche modo Atlantide colpì l'immaginazione del mondo.Quello che Platone aveva inteso come un aneddoto ammonitore,ome una favola,un mito,per molti divenne una storia reale.Atlantiddivenne una civiltà primordiale dotata di tecnologia sofisticata da cui tutte le civiltà antiche ,dall'Egitto al Messico,derivavano la propria conoscenza.Tutti cercavano di afferrarla,e fu 40 anni fa che che infine la vera storia di Thera venne individuata dagli acheologi,che scavarono in profondità in quel che resta dell'isola.
Ma possiamo essere sicuri del fatto che tale ricerca non arresterà le meravigliose leggende su Atlantide?
Ma l'aneddoto ammonitore rimane intatto.Atlantide (come Thera) fu distrutta,inaspettatamente e improvvisamente,al culmine della sua potenza,ed esist sempre la sensazione che si sia trattato di una punizione inflitta dall'arroganza e dall'orgoglio smodato.
Conosciamo un'altra civiltà,più vicina,contrassegnata dall'arroganza e dall'orgoglio smodato?Ed esiste un modo ben noto in cui,inaspettatamente e improvvisamente,al culmine della sua potenza,anch'essa potrebbe essere distrutta?
Viviamo in un mondo dove la Russia dispone di armamenti sufficienti a uccidere cinquanta volte di seguito la popolazione presente sulla Terra,e si sente insicura perchè gli Stati Uniti ne hanno un numero sufficiente a uccidere tutti,ripetutamente,per sessanta volte.Allora poichè si sospetta che la Russia in realtà disponga di una quantità di armamenti sufficiente a uccidere tutti per settanta volte consecutive,anche gli Stati Uniti a loro volta si sentono insicuri.
Che sollievo potrebbero provare entrambi se riuscissero a credere on tutto il proprio cuore e la propria anima che il nemico,per quanto intensamete ci provasse,non potrebbe eliminare il mondo per più di una volta,appena una.
Ora io spero,che così come ha unito il mondo in quella che è stata un grande conquista del secolo scorso,questa frase possa in futuro avere lo stesso potere.E allora dico:
"Un piccolo passo per la coscienza umana,un grande passo per l'Umanità"
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Re: Le Città Perdute

#2

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Certo che si parla, ecco che cosa dice:

Una catastrofe di 3.500 anni fa....

Nel Mediterraneo, e più precisamente nel Mar Egeo, esisteva infatti un'isola, chiamata Thera, che mille anni prima, cioè nel 1628 avanti Cristo, aveva subìto una catastrofe naturale terribile. Al centro di Thera (oggi conosciuta anche con il nome di Santorino) sorgeva una immensa montagna che dominava una città ricca e splendente, fra le più potenti dell'epoca. Una città che doveva corrispondere perfettamente alla descrizione, fatta da Platone, della capitale di Atlantide, con il suo porto fiorente che dominava il mare.
Image....PRIMA

Image.....Dopo

Ma la montagna che dominava Thera non era una montagna qualunque: era un vulcano che spesso lanciava segnali minacciosi: borbottii, pennacchi di fumo, scrolloni e tremori prolungati. Gli abitanti dell'isola non si preoccupavano molto del vulcano. Il mare intorno era pescoso, i campi fertili, il clima mite e i commerci andavano a gonfie vele: cosa si poteva desiderare di più dalla vita? Un giorno però i borbottii divennero boati e i pennacchi di fumo nuvole gigantesche e poi cascate di fuoco. Tutta l'isola si scuoteva dal profondo delle viscere e il mare ribolliva in ondate gigantesche. Gli uomini capirono che la fine era vicina: raccolsero le loro cose più preziose, le misero sulle barche e presero il mare. Quasi tutti riuscirono a mettersi in salvo. I pochi che non erano fuggiti per tempo non sapevano a quale dio votarsi. Sembravano formiche impazzite quando il formicaio prende fuoco. E poi accadde. Il vulcano scoppiò letteralmente, la terra sprofondò nel mare e da una sola grande isola si formò un arcipelago a forma di mezzaluna. L'esplosione hanno calcolato gli scienziati fu paragonabile a quella di due milioni di bombe atomiche!

La catastrofe ebbe ripercussioni spaventose: una spessa coltre di ceneri si depositò fino a 1.000 chilometri di distanza e l'isola di Creta, che si trova a un centinaio di chilometri a sud di Thera, fu spazzata da un maremoto fra i più terribili della storia. Ancora oggi a Santorino si vedono chiaramente le conseguenze del cataclisma: strati di pomice alti quattro metri, depositi di ceneri bianche di uno spessore che varia dai 18 ai 24 metri e la forma stessa dell'isola: una mezzaluna al centro della quale ancora spunta un piccolo cono vulcanico che emette ogni tanto inquietanti sbuffi di fumo. E poi, soprattutto, c'è Akrotiri, un piccolo centro a sud dell'isola. Qui gli scavi di Marinatos hanno portato alla luce la testimonianza più preziosa: una città con strade e case a due e tre piani decorate da splendidi affreschi. Conservati in modo straordinario come in una Pompei del Mar Egeo. I loro autori erano davvero gli atlantidi? Forse non lo sapremo mai con certezza, ma non importa. Chi ci vuol credere è libero di farlo. Gli altri possono continuare a sognare di imbattersi un giorno nel mitico continente scomparso.


Grazie
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Re: La Città Perdute

#3

Post by Adriana »

Image Dove e L'isola di Thera?

Thera fa la fine di Atlantide

Il modo più semplice per far rientrare Atlantide tra le civiltà classiche, siccome il primo a parlarcene fu Platone, e Platone era greco, é quello di localizzarla appunto nell'antica Grecia. Precisamente, alcuni la localizzano sull'isola greca di Thera, oggi nota col nome di Santorino, nell'arcipelago egeo delle Cicladi. E perché proprio lì?

Image L'isola di Thera oggi.

Nell'anno 1900 l'archeologo inglese Arthur Evans condusse una serie di scavi sull'isola di Creta, riportando alla luce le vestigia della splendida civiltà minoica. Egli disseppellì i resti del magnifico palazzo di Cnosso, identificandolo col mitico "labirinto" in cui era rinchiuso il Minotauro, e si rese conto che, intorno al XVII secolo a.C. tale palazzo (come tutti gli altri dell'isola, a Festo e ad Haghia Triada) era stato violentemente distrutto. Egli ritrovò fabbricati in pezzi e cocci di vasellame, come se un tifone avesse devastato l'isola, che però non era situata ai tropici. Inizialmente Evans pensò ad una invasione proveniente dalla Grecia, ma i dati archeologici dicevano che gli Achei (gli stessi che distrussero Troia: era un vizio, dunque) occuparono Creta solo a partire dal 1450 a.C. La catastrofe che aveva indebolito la civiltà minoica (i palazzi erano stati ricostruiti, ma Creta non aveva più raggiunto lo splendore precedente) era di due secoli più antica. Come spiegarlo?

Evans dichiarò di aver trovato la soluzione quando l'isola su cui si trovava per lavoro fu colpita da un terremoto. Il vaso che conteneva l'acqua per lavarsi cadde a terra e si sfasciò, e l' archeologo si accorse che i frammenti erano sparsi sul pavimento più o meno come quelli ritrovati nei palazzi di Creta, vecchi di 3500 anni. Dunque Creta era stata colpita da un terremoto!

Doveva essersi trattato di un sisma di proporzioni catastrofiche, non dissimile da quello che nel 1906 rase al suolo San Francisco. Trattandosi di un'isola, poi, Creta doveva essere stata colpita anche da un maremoto, che probabilmente aveva distrutto la sua invincibile flotta, esponendola così agli attacchi dei bellicosi Achei. é quindi logico pensare che l'epicentro del terremoto non si trovasse su Creta, ma a nord di essa, nel mare su cui si affaccia Cnosso. Ora, il mar Egeo é sempre stato una regione tettonicamente attiva, per via di una micro-placca sotto di esso che continua ad interferire con quelle vicine. Ancor oggi é squassata da eruzioni e terremoti. Se poi date un'occhiata alle isole Cicladi, le più vicine a Creta, vi renderete conto che almeno due di esse, Milo (dove fu trovata la celebre Venere senza braccia) e Thera, hanno la forma di mezzaluna, cioè di mezza caldera vulcanica semisommersa: é la forma tipica delle isole vulcaniche che hanno subito, in passato, eventi ESPLOSIVI.

Ora, in base ad accertamenti geologici, si poté appurare che il vulcano dell'isola di Thera esplose nel 1624 a.C., facendo sparire quasi tutta l'isola sotto il mare. In Egitto il ricordo dell'evento si conservò a lungo. Il testo redatto da uno scriba egizio del II millennio a.C. racconta che un giorno il sole si oscurò e dovunque si videro prodigi nel cielo. Le date vanno a posto: fu questa esplosione a minare alle fondamenta la civiltà cretese. Ma la cosa più stupefacente fu il fatto che, sui resti dell'isola, furono ritrovati straordinari reperti di epoca minoica. Dal 1967 al 1972 l'archeologo greco Spiros Marinatos disseppellì dalla lava i resti di una città tanto ben conservata da meritare il titolo di "Pompei dell'Egeo". Non vi era alcun palazzo di tipo cretese, ma le case erano lussuose e imponenti, di tre o quattro piani, il cui piano terra e i sotterranei erano utilizzati come magazzino. Doveva trattarsi di una città molto ricca, poiché Marinatos vi rinvenne grandi giare per la conservazione di vino, olio e cereali. La suppellettile e gli oggetti di metallo erano assenti, per cui si presuppone che gli abitanti ebbero il tempo di fuggire, portandoli con sé prima della catastrofe.



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Re: Le Città Perdute

#4

Post by Adriana »

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"Il Pescatore" ed "i pugilatori", squisiti affreschi rinvenuti a Thera



Ma il fiore all'occhiello di questa civiltà é costituita dagli splendidi affreschi ritrovati sulle pareti delle case. Essi rappresentano giardini pieni di gigli ed altri fiori, popolati di scimmie, antilopi e soprattutto rondini (come nell'ormai celeberrimo affresco detto "della Primavera"), ma anche di figure umane: due giovinetti sono ritratti nell'atto di incrociare i guantoni durante un incontro di pugilato. Molto probabilmente questa città costituiva una colonia cretese, ed é da Creta che venne lo stile usato per realizzare questi affreschi.
Queste pitture fanno pensare ad una civiltà opulenta ed evoluta, non dissimile da quella descritta da Platone nel "Timeo". Questo fatto, oltre al fenomeno eruttivo che pose fine alla civiltà su Thera, ha fatto pensare che proprio il ricordo di questa apocalisse dell'antichità potrebbe avere ingenerato il racconto platonico dell'Atlantide, come oggi ben la conosciamo, in base allo stesso procedimento di enfatizzazione della storia in mitologia che avrebbe portato alla formazione dell'Iliade e dell'Odissea. In altre parole, Platone avrebbe sbagliato a parlare di una città vecchia di 9.000 anni; in realtà erano solo 900. Solone visse intorno al 600 a.C., per cui si arriverebbe al 1500 a.C., proprio il periodo in cui esplose il vulcano di Santorino. Non Atlantide dunque sarebbe stata distrutta dal vulcano, ma Creta; e se Platone dice che Atlantide era "più grande della Libia e dell' Asia messe assieme", era solo perché l'impero commerciale di Creta si estendeva a tutta l'Asia Minore e alla costa settentrionale dell'Africa... In ogni caso, è una soluzione quantomeno affascinante, che non tira in ballo ne' alieni, ne' bombe atomiche preistoriche, ne' tantomeno sacerdoti sanguinari dotati di poteri parapsicologici, ma solo una grande civiltà che tutti abbiamo studiato a scuola.

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Re: Le Città Perdute

#5

Post by Adriana »

Morrison.....Ora io spero,che così come ha unito il mondo in quella che è stata un grande conquista del secolo scorso,questa frase possa in futuro avere lo stesso potere.E allora dico:
"Un piccolo passo per la coscienza umana,un grande passo per l'Umanità"


Eppure quella Morrison e una de la Cita perduta: ''Atlantide''

Se si prova a cercarla su una carta geografica non si riesce a trovarla da nessuna parte, è forse l'isola più famosa del mondo.

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La sua storia, affascinante e misteriosa, è stata narrata tanto tempo fa, e precisamente nel IV secolo prima di Cristo, dal filosofo greco Platone in uno dei suoi" dialoghi", ma è molto più antica. Ecco che cosa dice. "Al di là di quello stretto di mare chiamato le colonne d'Ercole, c'era una volta una grande isola chiamata Atlantide. L'isola era governata da dieci re, i discendenti del dio del mare Poseidone, ed era ricca di metalli e foreste, di animali selvatici e domestici, di spezie, frutti e legumi. La sua capitale, dominata da un' alta montagna, era popolata da favolose dimore, palazzi e templi rivestiti d'oro, d'argento e d'avorio.

La circondavano tre fossati circolari recintati da alte mura e il suo grandissimo porto formicolava di mercanti e di navi provenienti da ogni parte del mondo. I re erano modelli di saggezza e di bontà per tutto il popolo e per generazioni la vita sull'isola trascorse in pace, concordia e grande prosperità. "Ma con il passar del tempo la corruzione prese a regnare nel felice mondo di Atlantide e gli uomini si fecero avidi e crudeli. Allora Zeus, il sovrano degli dei, decise di impartire un severo castigo: mandò terremoti e inondazioni e, nello spazio di un giorno e di una notte tremendi, la potente e immensa isola si inabissò in mare e scomparve per sempre".

Il racconto di Platone ha un tono di tale drammatica veridicità che per secoli gli appassionati di misteri si sono posti la stessa domanda: se l'isola continente che il filosofo descrive grande come "Libia e Asia messe insieme" è esistita realmente, dove poteva mai sorgere? Molti hanno creduto di trovare una risposta e così, di volta in volta, l'hanno immaginata nei luoghi più impensati: naturalmente nel bel mezzo dell'Atlantico, ma anche in Iugoslavia e in Francia, in Mongolia e nell'Iran, a Malta e in Brasile, in Messico e in Groenlandia. Quando però sono entrati in campo gli scienziati geologi e archeologi in testa nessuna delle cento Atlantidi ha retto alla loro verifica. Tanto meno quella indicata da Platone al di là delle colonne d'Ercole (cioè oltre lo stretto di Gibilterra): in nessun punto infatti i fondali dell' Atlantico hanno rivelato traccia di una possibile terra sprofondata in seguito a un cataclisma così imponente.Ma un giorno un archeologo greco, Spyridon Marinatos, ebbe un'idea: forse Platone stesso, che aveva raccolto l'antica storia di Atlantide da un sacerdote egizio, non sapeva dove sorgesse la mitica terra. E forse, per descrivere la fine, aveva preso spunto da un avvenimento che si era verificato assai più vicino a casa sua di quanto volesse far credere.

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Re: Le Città Perdute

#6

Post by Adriana »

Santorini o Thera: 96 km2, 7.100 abitanti, una lunga falesia a picco sul mare è, forse, la più celebre delle Cicladi. Sì, perché Santorini è nata, 3.600 anni fa, da un’esplosione vulcanica tra le più potenti nella storia della Thera. il paesaggio dell’isola è brullo e spoglio, ma i suoi colori decisi, densi, viene da dire rotondi, fanno di essa uno dei luoghi più belli e suggestivi dell’Egeo: il nero della sabbia vulcanica, il rosso delle rocce, il bianco delle case e delle chiese ortodosse con cupole azzurre e, infine, la limpidezza e trasparenza del blu del mare. In questa isola singolare anche i tramonti diventano una vera e propria esperienza, quando scendono, soavi e maestosi sulla baia a forma di mezza luna, la Caldera. Nella zona di Akrotiri, liberata dalle ceneri vulcaniche, si ha un interessante spaccato di una città dell’età del bronzo, con le sue case ricche di fregi e affreschi, i suoi mulini e i suoi santuari; a Thera poi si trovano importanti resti di età imperiale romana. Circa 2000 anni separano le due città e le due civiltà. Nell’antichità Santorini era chiamata Kallista, ‘la bellissima’.







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Re: Le Città Perdute

#7

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27/06/09 GRECIA,TERREMOTO A SANTORINI
Magnitudo 5, 1 gradi Richter, poi un'altra di 4, 7 gradi

Un terremoto di magnitudo 5,1 Richter seguito da uno sciame di scosse minori ha colpito il l'isola greca di Santorini nell'Egeo.La scossa e' stata piuttosto forte ma non si segnalano vittime ne' danni. Lo rende noto l'Istituto di geodinamica di Atene, localizzandone l'epicentro a circa 225 a sud-est di Atene. Una seconda scossa 4,7 ha avuto come l'epicentro in mare poco a nord sempre di Santorini.
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Re: Le Città Perdute

#8

Post by Adriana »

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Storia

Pompei ha origini antiche quanto quelle di Roma, infatti la gens Pompeia discendeva da uno dei primi popoli italici, gli Oschi. Solo dopo la metà del VII secolo a.C., un primitivo insediamento si dovette stabilire sul luogo della futura Pompei: forse non un abitato vero e proprio, ma più probabilmente un piccolo agglomerato intorno al nodo commerciale che vedeva l'incrocio di tre importanti strade, ricalcate in piena epoca storica dalle vie provenienti da Cuma, da Nola e da Stabia.

In quanto luogo di passaggio obbligatorio tra nord e sud, presto Pompei divenne una preda per i potenti stati confinanti, data la sua importanza come nodo viario e portuale. Venne conquistata una prima volta dalla colonia greca di Cuma tra il 525 e il 474 a.C. Strabone riporta che Pompei fu conquistata dagli Etruschi, notizia che alla luce dei recenti scavi diventa sempre più attendibile. Nell'area del tempio d'Apollo e presso le Terme Stabiane sono state rinvenuti numerosi frammenti di bucchero, alcuni addirittura con iscrizioni etrusche graffite; sempre nella zona delle Terme, inoltre, è venuta alla luce una necropoli del VI secolo a.C.

Le prime tracce di un abitato d'una certa importanza risalgono, a Pompei, al VI secolo a.C., anche se in questo periodo la città, ancora piuttosto piccola, non rivela l'esigenza di servirsi d'un piano regolatore e sembra il risultato di un aggregarsi d'edifici piuttosto disordinato e spontaneo.

La battaglia persa dagli Etruschi nelle acque di fronte a Cuma contro Cumani e Siracusani (metà del V secolo a.C.), portò Pompei sotto l'egemonia greca. Probabilmente a questo periodo risale la fortificazione dell'intero altopiano con mura di tufo che racchiudevano oltre sessanta ettari, anche se la città vera e propria non raggiungeva nemmeno i dieci ettari d'estensione.

Nel IV secolo Pompei si trovò coinvolta nelle Guerre sannitiche (al termine delle quali Roma rimase signora incontrastata di tutta la Campania) e si vide costretta ad accettare la condizione di socia dell'Urbe, conservando comunque autonomia linguistica ed istituzionale. È al IV secolo che risale il primo regolare impianto urbanistico della città la quale, intorno al 300 a.C., ricevette la nuova fortificazione in calcare del Sarno.

Durante la seconda guerra punica Pompei rimase fedele a Roma, al contrario di molte altre città campane, e poté così conservare la sua parziale indipendenza.

Nel II secolo a.C. la coltivazione intensiva della terra e la conseguente massiccia esportazione di vino ed olio portarono nella città grande agiatezza ed un alto tenore di vita: basterebbe ricordare la ricchezza di alcune case ed il loro lussuoso arredamento. La Casa del Fauno, ad esempio, può rivaleggiare in ampiezza (quasi 3000 m²) persino con le più famose dimore reali ellenistiche.

Allo scoppio della guerra sociale (91 a.C.) Pompei fu alleata contro Roma, insieme ad altre città della Campania, nel tentativo d'ottenere la piena cittadinanza romana. Ma era impossibile resistere alla superiore forza militare di Roma: nell'89 a.C. Silla, dopo aver fatto capitolare Stabia, partì alla volta di Pompei, che tentò una strenua difesa rinforzando le mura cittadine ed avvalendosi dell'aiuto dei Celti capitanati da L. Clutentius. Ogni tentativo di resistenza risultò vano e ben presto la città cadde. Nell'80 a.C. entrava completamente e definitivamente nell'orbita di Roma e Silla vi trasferì una colonia di veterani che prese il nome di Colonia Venerea Pompeianorum Sillana. L'assegnazione di terre ai veterani avvenne certo a danno della gentes che avevano più aspramente avversato Silla. Ciononostante, le vicende politiche e militari non influirono in maniera determinante sul benessere e sull'intraprendenza commerciale dei Pompeiani (volta soprattutto all'esportazione dei vini campani) che interessava zone anche molto remote. Per la salubrità del clima e l'amenità del paesaggio, la città ed i suoi dintorni costituirono anche un piacevole luogo di villeggiatura per alcuni ricchi Romani, compreso Cicerone che vi possedeva un fondo.

Le fonti sono piuttosto avare di notizie riguardo alla vita di Pompei nella prima età imperiale. Solo Tacito ricorda come un fatto clamoroso la rissa avvenuta tra Nucerini e Pompeiani nel 59 d.C. nell'anfiteatro di Pompei, che spinse Nerone a proibirvi, per dieci anni, ogni spettacolo gladiatorio.

Nel 62 la città fu scossa da un terremoto: al momento dell'eruzione del 79 molti edifici erano ancora in ricostruzione.



Pompei dopo l´eruzione

Dei reperti bizantini forniscono la prova che esisteva anche un insediamento piccolo nel Medioevo.
Il Pompei moderno fu fondato dopo la costruzione del Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei. Il Santuario fu consacrato nel 1891.

Personaggio di assoluto rilievo fu Bartolo Longo, proclamato beato il 26 ottobre 1980 da papa Giovanni Paolo II. Per volontà sua fu eretto il Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei, ora Basilica Pontificia, ricca di ex voto, la quale costituisce una delle mete italiane più frequentate "per grazia ricevuta", in esso è conservata la tela seicentesca della scuola di Luca Giordano raffigurante la Madonna di Pompei. Un intenso pellegrinaggio si verifica in occasione delle due suppliche alla Madonna l'8 di maggio e la prima domenica di ottobre. Si devono a lui altre due opere a favore di persone bisognose, due strutture destinate all'accoglienza dei figli e figlie di persone carcerate. Per decreto, firmato il 9 gennaio 2004, dall'allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, Pompei è stata elevata al rango di città.

Sono almeno otto milioni all’anno i turisti di Pompei: circa quattro milioni vi giungono per visitare gli Scavi ed oltre quattro per visitare il Santuario (stima molto prudente: infatti è più attendibile una tra cinque e sei milioni per il solo Santuario).



Pompei Patrimonio Mondiale dell'Umanità

Nel 1997, l'UNESCO ha dichiarato Pompei Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Il Comitato ha deciso di iscrivere tale area sulla base dei criteri culturali considerando che gli straordinari reperti delle città di Pompei, Ercolano e delle città limitrofe, sepolte dall'eruzione del Vesuvio del 79, costituiscono una testimonianza completa e vivente della società e della vita quotidiana in un momento preciso del passato, e non trovano il loro equivalente in nessuna parte del mondo.
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Re: Le Città Perdute

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