"Moreover, you scorned our people, and compared the Albanese to sheep, and according to your custom think of us with insults. Nor have you shown yourself to have any knowledge of my race. Our elders were Epirotes, where this Pirro came from, whose force could scarcely support the Romans. This Pirro, who Taranto and many other places of Italy held back with armies. I do not have to speak for the Epiroti. They are very much stronger men than your Tarantini, a species of wet men who are born only to fish. If you want to say that Albania is part of Macedonia I would concede that a lot more of our ancestors were nobles who went as far as India under Alexander the Great and defeated all those peoples with incredible difficulty. From those men come these who you called sheep. But the nature of things is not changed. Why do your men run away in the faces of sheep?"
Letter from Skanderbeg to the Prince of Taranto ▬ Skanderbeg, October 31 1460

NIKO, Nikolin Gjeloshi cittadino del mondo

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Phoenix
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NIKO, Nikolin Gjeloshi cittadino del mondo

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[quoteemAferdita Shani, AlbaniaNews]DA ALCUNI ANNI GLI IMMIGRATI ALBANESI IN ITALIA CON IMPEGNO E DIALOGO HANNO CUCITO UNA NUOVA IMMAGINE ALLO STEREOTIPO E AGLI AGGETTIVI CHE I MEZZI DI INFORMAZIONE IN MODO IRREALISTICO LI AVEVANO RISERVATO. I RECENTI RESOCONTI STORICI E OGGETTIVI HANNO CERCATO DI RAPPRESENTARE DELLE ANALISI ATTENENTI AI FATTIImage

Tuttavia, la storia e gli avvenimenti susseguiti dalla caduto del blocco comunista hanno dato carta bianca ai media. È stata enfatizzata la cronaca nera che tanto colpisce l’attenzione del pubblico, senza badare a ciò che instaura nell’immaginario comune, al punto che i cittadini non distinguono più il reale dal casuale, tra “albanesi-criminali” di alcune prime pagine a “albanesi gente per bene” di altre indagini fatte per contrastare le prime.

Da vent’anni fa, momento in cui i primi albanesi misero piede nella coste pugliesi alla ricerca del “Lamerica”, si sono visti i destini di quelle persone spargersi come le scintille di un fuoco d’artificio in tante direzioni. Alcuni si sono trovati nel posto e nel momento giusto, mentre altri no.

È con questa intenzione che il libro “NIKO, Nikolin Gjeloshi cittadino del mondo” si presenta indistintamente al pubblico italiano e albanese. La storia parte da un’infanzia-adolescenza vissuta sotto le regole di un regime liberticida, per sfoggiare in gioventù in un incontenibile desiderio di evadere dalla realtà presente. Dopo aver percorso il mare su “imbarcazioni di fortuna”, il protagonista inizia una strada in salita per costruire una vita degna di esser vissuta. Tutta la storia pare presentarsi come un modello a cui tanti migranti di fatto si riconoscono.

Una generazione questa alla quale la storia è andato contro, escludendoli. Scappati nei primi anni ’90 da una degenerazione istituzionale e dalla mancanza di stabilità politica e sociale, si trovano ancora oggi senza un’identità istituzionale a cui esprimere la loro esistenza, se non che attraverso mezzi trasversali di informazione e conoscenza.

Un protagonista emblema di molte atre storie contemporanee.

Sicuramente una strada riuscita è proprio quella del protagonista del libro, Nikolin, proprietario dell’azienda Edile EDILALBO dal 1997 e rappresentante tecnico dell’Azienda Del Taglia Piscine. Lui, insieme ai circa 23 mila aziende aventi come titolari cittadini di nazionalità albanese rappresentano la parte tangibile di un sogno iniziato 20 anni fa.

Nel 1996, perspicacemente Nikolin, “straniero” ma grande lavoratore, segue l’idea di aprire una ditta per conto proprio. In un primo momento la Questura di Firenze rifiuta la variazione del Permesso di Soggiorno da “lavoro subordinato” a “lavoro autonomo”, giustificandola formalmente per “l’assenza delle condizioni di reciprocità con il Paese d’origine”, in seguito ai disordini del ’97 in Albania. Grazie al ricorso insieme all’Ambasciata albanese a Roma alle istituzioni italiane a Tirana e al TAR di Firenze, Nikolin ottiene il via libera facendo così anche da “apripista” per tutti gli altri immigrati che vogliono sfruttare le potenzialità di conoscenze, esperienze e professionalità accumulate onestamente con il lavoro.

Per lui, come per la maggior parte degli stranieri in Italia, la più grande scuola di cultura imprenditoriale e professionale la si raggiunge con l’esperienza personale diretta. Le difficoltà di lingua, delle conoscenze legislative, di domestichezza con le rappresentanze amministrative, con i commercialisti e con tutto il mondo del lavoro si superano con un duro e costante impegno quotidiano. Nikolin, dalla sua testimonianza personale, sottolinea che ci vogliono almeno 10 anni di lavoro per capire pienamente i meccanismi di funzionamento e avere la cultura imprenditoriale che ti permette di mandare avanti un azienda di successo con la stessa qualità, conoscenza e professionalità di qualsiasi altro imprenditore italiano dello stesso livello.

ImageLo scrittore del libro: “NIKO, Nikolin Gjeloshi cittadino del mondo”, si rivela amante della storia degli albanesi

Il libro è scritto da Paolo Seganti, conosciuto in Italia per aver interpretato Martino Ristori in “La figlia di Elisa”, e che professionalmente esibisce una valigia piena di esperienze. Attore di altri svariati film famosi in Italia, Francia, Olanda, e Stati Unite, dove ha scelto di vivere dopo aver deciso di emigrare abbandonando l’Italia. Lì, dal mondo del pugilato entra a lavorare sul set con personaggi del calibro di Paul Newman, Giulia Roberts e Woody Allen che diventano la sua più grande scuola.

Amante delle storie e delle analisi di vite, inizia a scrivere disinteressatamente una storia che sarà assunta in “Fuga dall’Ungheria”, dove protagonista è suo padre che in epoca comunista viene imprigionato per 9 mesi a Budapest per motivi politici. L’idea è quella di scrivere uno scenario per una futura serie televisiva. Scrive poi “L’imbuto di latta abbandonato”, una favola romanzata che s’intreccia con la gli affetti familiari e quotidiani.

Quando conosce Nikolin, rimane colpito dalla sua storia, che come quella di tanti altri albanesi è completamente diversa da quella raccontata dai media italiani. La percezione di contrasto tra realtà e costruzione immaginaria, lo spinge a porre nero su bianco una serie di episodi della vita di Nikolin che completano l’idea di un giusto resoconto della storia di un emigrato dall’Albania. “Il libro non è solo una vita raccontata” – dichiara lui- “è anche un accenno artistico e romantico che lo stesso autore intende realizzare”.

Si legge in sovraccoperta: “ Verso la fine del secondo millennio, un ragazzo caparbio lascia l’aspra Terra delle Aquile e navigare verso l’abbagliante benessere che immagina al di là del verde Adriatico. La storia di Niko è una storia del nostro tempo, che rispecchia un destino individuale e collettivo, senza fronzoli e senza retorica (…) Fierezza e umiltà, speranza e disillusione, gioia e dolore, voglia di affermarsi e a volte di lasciarsi andare (…) di vita vera, scandita dal passare dei giorni più duri, feriti dalle tenaglie della nostalgia per la propria terra e i propri affetti, che alimentano ancor più la sua voglia di riuscire (…)”.

Il libro verrà presentato il 15 febbraio nella Sala dei Cinquecento del Palazzo Vecchio di Firenze. Con l’occasione, verrà onorato il decennale gemellaggio tra Tirana e Firenze, e l’oramai ventennio dei primi immigrati albanesi nel territorio italiano. Oltre agli interventi delle personalità istituzionali, tra cui il messaggio del Sidanco di Firenze Matteo Renzi, verrà proiettato un corto documentario preparato per l’occasione, “I ricordi del nuovo mondo”, che espone un excursus storico dall’Albania comunista alla migrazioni di massa, finendo col tracciare le orme delle persone che per prime sono scese nelle coste pugliesi alla ricerca del nuovo mondo. Parteciperanno i mezzi d’informazione e TV italiane e albanesi, come tanti altri scrittori, registi e accademici insieme a altre personalità istituzionali.
http://www.albanianews.it/cultura/item/ ... oshi-libro[/quoteem]

[quoteemL'albanese d'Italia]Më 15 shkurt, në Palazzo Vecchio – Salone dei Cinquecento, në Firencë, u zhvillua ceremonia e prezentimit të librit “Niko - Nikolin Gjeloshi - cittadino del mondo” i Paolo Seganti-t. Në dhomën e mahnitshme, ku historia merr krenari, ku arti e kultura si dhe dijet botërore kanë fillim, bashkë me prezentimin e librit të botuar nga shtëpia botuese Edilalbo Edizioni, u kombinua me paramëndim përkujtimi i 10 –vjetorit të binjakëzimit mes Firences dhe Tiranës. Miqësia, dialogu dhe kujtesa mes dy popujve ishin subjektet e ndërhyrjeve të ndryshme të bëra nga Dr. Eugenio Giani, Kryetari i Këshillit Komunal të Firencës, nga Sh. T. Llesh Kola, Ambasadori i Shqipërisë në Romë, dhe Paolo Seganti, aktor dhe autor i librit, sidhe aktori i mirënjohur Giovanni Guidelli.

Mbrëmja u hap me fjalën e Kryetarit të Këshillit të Komunës së Firences Dr. Eugenio Giani, i cili krahasoi historinë e sipërmarrësit shqiptar, Nikolin Gjeloshi, me më të madhin designer të këpucëve të shekullit të njëzetë, Salvatore Ferragamo. «Të dy emigrantë të varfër dhe me mungesë formimi profesional, por me një dëshirë të madhe për sukses, dëshiruan dhe ia arritën objektivave» - theksoi ai. «Fati i njëjtë i bashkon italianët dhe shqiptarët, ashtu si dhe historia tashmë epike e emigrantëve si e protagonistit të librit, sepse italianët me fytyra të habitura para Statujës së Lirisë në SHBA, ishin ashtu si shqiptarët kur sbrisnin para brigjeve të ndriçuara të Italisë» - vazhdoi mëtej ai. «Shqipëria është vendi ku një italian ndihet më në shtëpi se në çdo vend tjetër në botë» - kujtoi ai.

Piktori shqiptar Alfred Milot i ofroi Dr. Giani-t një portet të stilit pop-art, duke bashkuar kartolinat e qytetit të Firencës me falënderimin special që ky personazh i ka dhënë shqiptarëve në vite. «Mënyra e të folurit për shqiptarët e Dr. Giani-t, të bën të ndihesh më krenar dhe të besosh më shumë në prejardhjen tënde» - shpjegoi Miloti. «Edhe kur shqiptarët ishin të emargjinuar nga italianët, ai dhe bashkatdhetari i palodhur Nikolin Gjeloshin kanë punuar me vite për t’i dhënë forcë dhe siguri psikologjike shqiptarëve të qytetit rilindas» - përfundoi Miloti.

Ndërhyrja e Ambasadorit Kola vazhdoi mëtej me falënderimin ndaj toskanëve dhe italianëve që pritën dhe ndihmuan shqiptarët në këto 20 vite bashkëjetesë. «Nikolini, ashtu sidhe migrantët e tjerë shqiptarë, ishin optimist dhe të qëndrueshëm për të mos kërkuar dhurata. Duke punuar shtatë ditë në javë, dhe me peshën e sindromës së ekstrakomunitarizmit, nuk u lëkundën. Bënë atë që dinin të bënin më mirë, punë dhe arritën të krijonin diçka personale. Këto janë për ne sot një vlerë e shtuar, dhe nëse dikush ju pyet: nuk dukeni si shqiptar, përgjigjuni, nuk e njihni aspak Shqipërinë» - përfundoi Kola.

Në ngjarjen simbolike u bashkua dhe Presidenti i Confartigianato-s së Pistoiës, Massimo Donnini, i cili falënderoi shqiptarët për kontributin e tyre në rritjen e ekonomisë së zonës, duke e shndërruar në qytetin më të rëndësishëm për ekportin e pemëve dhe luleve në të gjithë rajonin. «Po të mos kishin qenë shqiptarët nuk di ku do ishte sot ekonomia e Pistoiës» - theksoi ai. Motivi i ndërhyrjes së tij ishte dhurimi i Medaljes së veçantë e bërë nga skulptori Jorio Vivarelli, që simbolizon treshen tipike të një zejtari, “Truri- Syri- Krahu”, e dhënë për merita të jashtëzakonshme për kreativitet dhe ndërmarrësi. Në këtë rast ia dha Nikolinit për këmbëngulje, guxim dhe ndershmëri për vete dhe për të tjerët, dhe që ka treguar aftësi të jashtëzakonshme si sipërmarrës.

Mes një publiku të madh, të nderuar me pjesëmarrjen e rreth 450 persona në Sallën madhështore, ceremonia u shoqërua me leximin e një fragmenti të librit, shumë e ngarkuar emocionalisht, një dramë e cila u bë edhe më i dukshme me interpretimin e vetë autorit dhe të aktorit Paolo Seganti. Radha i takoi pastaj aktorit, Giovanni Guidelli që lexoi një tjetër pjesë nga të librit Niko, me të cilën i dha akoma më shumë ngjyrë mbrëmjes.

Nikolin falënderoi gjithë të pranishmit për pjesëmarrjen dhe nënvizoi që mundësoi krijimin e këtij libri si dhe organizimin e ceremonisë për të treguar historinë e tij dhe të shumë emigrantëve të tjerë, për të mos harruar të kaluarën. «Frika që një ditë fëmijët tanë mos të kujtojnë atë që ndodhi për gati 20 vitet e emigracionit shqiptar më nxiti të arrij në këtë pikë»- theksoi ai.

Firence 16.02.2011
http://www.shqiptariiitalise.com/compon ... ranti.html[/quoteem]

[quoteemSig. Llesh Kola, Ambasciatore Albanese a Roma]Sono veramente felice di essere sta sera in questa cerimonia. Ci unisce il libro dell'autore italiano, nonché attore e fotomodello, Paolo Seganti. Ci unisce una storia e la vita dell'albanese, personaggio principale di questo libro, Nikolin Gjeloshi. Siamo qui albanesi ed italiani, come siamo stati nei secoli storicamente amici. Ci troviamo insieme in Firenze, città simbolo della cultura italiana ed internazionale, con un'attività culturale e commemoriamo insieme i primi 10 anni del gemellaggio tra la città di Firenze e la nostra capitale Tirana, commemoriamo insieme il ventesimo anniversario dell'emigrazione albanese in Italia. Vorrei porre l'accento su come prima del 1991 a Firenze risiedevano solo 2 albanesi, mentre oggi ne vivono in piena integrazione più di 5800 albanesi.
Ho letto il libro del Sig. Seganti. Mi congratulo sinceramente con lui, perché l'ha scritto con passione ed arte, ha messo al centro del suo libro un personaggio reale, che è qui oggi insieme a noi. E' Niko Gjeloshi, immigrato albanese, prima ed oggi, un imprenditore di successo. Con il suo libro Paolo Seganti dà vita ad un personaggio che attraversa ostacoli e difficoltà, ma pieno di sogni e speranze, che poi realizza tutto tramite il lavoro. Provenendo dal buio e di un paese isolato e povero, al personaggio anche “le luci delle città gli promettevano bene, gli davano sicurezza e sentiva di non avere più paura di nulla”. Aveva ottimismo ed era fermo nel non chiedere regali. Lavorava tutti i giorni della settimana e non si fermava nemmeno la domenica. Non sapeva cosa volesse dire la parola "ferie". Il personaggio, come tutti, ha sofferto la sindrome di essere straniero. Ma lui non si è piegato. Ha fatto quello che pensava meglio. Desiderava aprire un'impresa, l'ha aperta, desiderava registrare la ditta per lavorare regolarmente, ha ricevuto prima un no, ma infine l'ha realizzato. Niko e' stato il primo albanese ad aprire un'impresa in Italia. E' stato, come dice l'autore, un “apripista”, per gli altri imprenditori albanesi in Italia.

Niko è un albanese, ma lui piace essere chiamato cittadino del mondo. Da lui impari molto. Impari delle difficoltà degli albanesi che 20 anni fa hanno fatto una non facile scelta di immigrare ed hanno iniziato un percorso assai difficile all'integrazione. Impari le difficoltà dell’Albania al inizio della transizione e i cambiamenti positivi durante gli ultimi anni. Comprendi le difficoltà che hanno avuto gli albanesi a farsi accettare in Italia, perché come tutti gli stranieri non sono stati visti di buon occhio, hanno sentito il pregiudizio, il dubbio.
Questi fenomeni e difficoltà ormai sono la storia per gli albanesi in Italia. Loro oggi sono tra i meglio integrati. Sono per noi un valore. Sono un valore aggiunto per le nostre relazioni ed amicizia con l'Italia. Oggi gli albanesi vivono una nuova realtà nelle loro relazioni e nella loro vita in Italia e in Europa. Viaggiano liberi, sicuri, senza visti e molto presto saranno parte della famiglia europea. Questa nuova realtà europea per noi si trasmette anche dal personaggio, che sottolinea: "sono sull'aereo che mi porta in Albania. Gli episodi passati emergono: gli scafi, la vergogna... Ma tutto passa rapidamente, mentre l'aereo inizia la discesa”. Lui e a Tirana per un contratto importante da firmare.
Io sono onorato di rappresentare il mio paese e di essere portavoce degli albanesi in Italia. Ho accompagnato il loro percorso d'integrazione negli ultimi anni. Ho accompagnato l'evoluzione solo positiva delle posizioni delle autorità centrali e locali italiani di tutti i colori. Gli albanesi sono oggi ponte di connessione per le nostre splendide relazioni con l'Italia. Oggi lo diciamo chiaro e con entusiasmo che l'Italia è un paese amico, vicino, partner strategico dell'Albania. Abbiamo relazioni eccellenti in tutti i campi. Abbiamo un dialogo politico costante e in tutti i livelli. L'Italia è il nostro primo partner commerciale, il nostro primo investitore. E' la prima sostenitrice per la nostra integrazione nell'UE come è stato per la liberalizzazione dei visti, e prima ancora per l'adesione nella Nato.
Gli albanesi ben integrati e le associazioni degli albanesi hanno aumentato il numero e la qualità delle loro attività in Italia. L'attività di oggi ne è il miglior esempio. Io sono orgoglioso per Niko e per altri 26 mille imprenditori albanesi in Italia, come mi sento per i 25 mila studenti, per i 100 mila alunni, e per i 500 mila albanesi in Italia. E lo sarò sempre. Mi sono sentito così pochi giorni fa, quando al teatro dell'Opera di Roma, brillò una stella dell'operistica mondiale, il tenore albanese, Saimir Pirgu, che con l'opera lirica "L'elisir d'amore" ha entusiasmato il pubblico di Roma e ha ricevuto riconoscimenti per i suoi valori artistici. Un italiano, proprio il fratello del grande Pavarotti, quando sono salito sul palcoscenico ha gridato "Viva l'Albania! Portateci altri come lui."
In chiusura permettetemi di ringraziare i toscani e gli italiani che hanno ricevuto gli albanesi 20 anni fa; gli albanesi che ci sono riusciti grazie al loro spirito di integrazione. Un applauso ai bravi e meritevoli albanesi come Niko che sono i nostri miglior ambasciatori del immagine. E, se qualcuno vi dice "non sembrate affatto albanese", bisognerebbe rispondergli "Non sembra conoscere affatto gli albanesi".
http://www.ambalbania.it/vis_dettaglio. ... el=&pagv=1[/quoteem]
[quoteemImazhi i ri i shqiptarëve, Top-Channel]http://www.top-channel.tv/video.php?id=23109[/quoteem]
[quoteemONORE AI SACRIFICI ED AI SUCCESSI DI QUESTE PERSONE][/quoteem]
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Re: NIKO, Nikolin Gjeloshi cittadino del mondo

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